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Il Natale per ritrovare la nostra umanità perduta
L'altra notizia, silenziosa, dietro un arresto.
Carlo Mannoni |
Nell’Italia della corruzione e del malaffare sotto l’insegna dei pubblici poteri – non a caso siamo sessantanovesimi su 183 nazioni nella specialissima classifica mondiale, ma tutto sommato non ce ne curiamo più di tanto - chi volete si soffermi sulla notizia di un qualsiasi trentanovenne algherese scoperto mentre portava via da un super mercato, nascondendole tra i vestiti, alcune bottiglie di whisky.
É stato arrestato anche perché pare abbia simulato contro gli inseguitori l’utilizzo di un coltello che probabilmente non aveva con sé.
La notizia, questa come altre simili, infatti, ci tocca appena.
La notizia, questa come altre simili, infatti, ci tocca appena.
Scorre via in un attimo perdendosi tra le innumerevoli informazioni che ci passano davanti durante tutta la giornata, tra internet, tele e radio giornali, quotidiani e facebook, raccontandoci tutto ciò che avviene dal punto più lontano del globo fino al quartiere in cui viviamo.
Tra qualche ora la notizia sarà scomparsa e di quest'uomo non sentiremo più parlare.
Il neorealismo all’italiana ne avrebbe tratto sessant’anni fa un personaggio per qualche film e nel veder la scena avremmo riso amaramente come amaramente abbiamo riso davanti a certe scene del film Ladri di biciclette.
Il neorealismo all’italiana ne avrebbe tratto sessant’anni fa un personaggio per qualche film e nel veder la scena avremmo riso amaramente come amaramente abbiamo riso davanti a certe scene del film Ladri di biciclette.
Il neorealismo cinematografico italiano mostrava però l’Italia della ricostruzione mentre tra qualche anno la cinematografia si soffermerà, forse, sull’Italia di oggi descritta solo in difesa, aggrappata a ciò che può per non precipitare in basso.
Non conosciamo il giovane e non sappiamo chi sia, ma su di lui come uomo, come espressione cioè di una umanità sofferente, vogliamo un attimo soffermarci.
Non conosciamo il giovane e non sappiamo chi sia, ma su di lui come uomo, come espressione cioè di una umanità sofferente, vogliamo un attimo soffermarci.
Lo facciamo ponendo una serie di domande a tutti noi e voi.
Quelle personali, innanzitutto: ha frequentato gli studi? Ha mai avuto un lavoro? La sua storia di vita è conosciuta dai centri di assistenza sociale?
Ci sono poi le domande di tipo sociale: abbiamo aiutato e sostenuto come società civile nelle sue difficoltà esistenziali questo giovane? Gli abbiamo dato almeno una volta nella sua vita una possibilità di riscatto? C’è qualcuno che è riuscito a dar voce alle sue sofferenze?
Ed infine la domanda più impegnativa: dopo questa caduta ci sarà qualcuno che lo aiuterà a rialzarsi?
Pongo queste domande - che ovviamente possiamo riferire a tutti i giovani in difficoltà - perché questa storia, apparentemente banale, rappresenta un lato oscuro della nostra società che volutamente preferiamo spesso non vedere, rimuovendolo persino, se ci riusciamo, dalla nostra coscienza civile.
Quelle personali, innanzitutto: ha frequentato gli studi? Ha mai avuto un lavoro? La sua storia di vita è conosciuta dai centri di assistenza sociale?
Ci sono poi le domande di tipo sociale: abbiamo aiutato e sostenuto come società civile nelle sue difficoltà esistenziali questo giovane? Gli abbiamo dato almeno una volta nella sua vita una possibilità di riscatto? C’è qualcuno che è riuscito a dar voce alle sue sofferenze?
Ed infine la domanda più impegnativa: dopo questa caduta ci sarà qualcuno che lo aiuterà a rialzarsi?
Pongo queste domande - che ovviamente possiamo riferire a tutti i giovani in difficoltà - perché questa storia, apparentemente banale, rappresenta un lato oscuro della nostra società che volutamente preferiamo spesso non vedere, rimuovendolo persino, se ci riusciamo, dalla nostra coscienza civile.
Lo faccio anche in onore al grande Marco Pannella che agli ultimi ha dedicato la sua vita, come anche in questi giorni, rischiando la vita con il suo impegno a favore delle condizioni dei carcerati.
E pensare agli ultimi in questi giorni che precedono il Natale, ovvero ritrovare la nostra umanità perduta, è un segno, anche per i laici, di una forte religiosità.
E pensare agli ultimi in questi giorni che precedono il Natale, ovvero ritrovare la nostra umanità perduta, è un segno, anche per i laici, di una forte religiosità.
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