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Spazi pubblici o di uso pubblico
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Spesso recuperi di edifici sono stati finanziati da fondi comunitari (e sono stati bravi i Comuni che hanno intercettato molti finanziamenti), altri edifici sono disponibili e si potrebbero ristrutturare o recuperare con relativa facilità. Altri potrebbero essere recuperati da altri soggetti pubblici. Altri ancora si potrebbe fare in modo che vengano recuperati da privati con opportune politiche.
Il problema, in generale, è la gestione di questi spazi. Musei, biblioteche, teatri, centri culturali costano tantissimo per tenerli aperti e renderli attraenti e utili.
Non pare saggio acquisire nuovi spazi, quando non si ha modo di far funzionare i vecchi, inaugurare nuovi locali quando altri, inaugurati pochi anni prima, vanno in rovina.
Senza un piano di gestione, realizzare nuovi interventi può non migliorare le dotazioni effettive, paradossalmente può persino peggiorarle.
Io credo che i soggetti pubblici, in particolare gli enti locali, non potranno assicurare servizi di questo tipo e un buon uso degli spazi pubblici, senza un progetto e senza coinvolgere attivamente altri soggetti pubblici, senza coinvolgere le associazioni, senza far leva sulle energie sociali.
Per farlo serve trasparenza assoluta, coinvolgimento senza discriminazioni e favoritismi, lungimiranza, coordinamento.
Per farlo serve fantasia: a volte i costi previsti per il recupero possono essere molti meno, puntando su soluzioni a basso costo, modulari, con una buona progettazione e con una sorta di auto-costruzione; a volte si può immaginare una gestione che generi valore, che combini imprese innovative, associazioni, istituzioni educative.
Si può fare.
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