Cerca nel blog
Ambiente e campagna elettorale
L'ecologia non ha un colore politico, come l'onestà: checché ne dicano i praticanti.
![]() |
Muttoni |
La campagna elettorale è entrata nel vivo, e i partiti, con i loro candidati, hanno posto l'accento, sotto varie forme, della necessità, per la nostra regione, di una maggiore tutela ambientale.
Nessuno di essi ha percepito che, discutendo di ambiente in politica, bisogna evitare, in primo luogo, un paradosso.
L'ambiente, infatti, è di tutti: e l'ecologia non ha un colore politico, come l'onestà: checché ne dicano i praticanti.
Nessuno di essi ha percepito che, discutendo di ambiente in politica, bisogna evitare, in primo luogo, un paradosso.
L'ambiente, infatti, è di tutti: e l'ecologia non ha un colore politico, come l'onestà: checché ne dicano i praticanti.
Non si può proclamare votatemi e votateci perché siamo ambientalisti; sarebbe come dire votatemi e votateci perché siamo onesti.
Un candidato cristiano, infatti, non si sognerebbe di porre nel programma elettorale i dieci comandamenti: il loro rispetto, infatti, può e deve costituire un requisito minimo, non un programma politico. Lo stesso vale per l'ecologia.
La seconda considerazione, più tecnica ma meno avvertibile, è che il complessivo miglioramento ambientale
della Sardegna é quasi impossibile. Negli ultimi anni, infatti, le industrie attive presenti nella regione si sono drasticamente ridotte, di numero e di produttività.
della Sardegna é quasi impossibile. Negli ultimi anni, infatti, le industrie attive presenti nella regione si sono drasticamente ridotte, di numero e di produttività.
La stessa edilizia, spina dorsale del benessere, è in piena crisi. Ora, se questa situazione ha generato una disoccupazione devastante, con il relativo strascico di drammi familiari e personali, ha automaticamente
migliorato, e molto, la situazione ambientale: meno ciminiere fumanti, meno mezzi in circolazione, meno detriti e rifiuti in discarica, meno energia prodotta, meno emissioni.
migliorato, e molto, la situazione ambientale: meno ciminiere fumanti, meno mezzi in circolazione, meno detriti e rifiuti in discarica, meno energia prodotta, meno emissioni.
Se fossero state presenti sul territori industrie per il riciclo, sarebbero in crisi pure loro. Si è persino ridotta la popolazione residente. Migliorare ancora? E come? Qualcuno obietterà: restano le bonifiche.
Ma queste sono un costo secco, in assenza di produzione: chi lo dovrebbe pagare? I disoccupati o i pensionati?
Siamo, di nuovo, al paradosso: quello di desiderare di avere un inquinamento da combattere, perché questo
significherebbe che hanno ripreso vita e salute imprese, cantieri, fabbriche ed impianti; con il raggiungimento di profitti da utilizzare, in misura opportuna, per le bonifiche.
I candidati in corsa dovrebbero, a questo punto, meditare a lungo prima di affrontare l'argomento della protezione ambientale.
Ma queste sono un costo secco, in assenza di produzione: chi lo dovrebbe pagare? I disoccupati o i pensionati?
Siamo, di nuovo, al paradosso: quello di desiderare di avere un inquinamento da combattere, perché questo
significherebbe che hanno ripreso vita e salute imprese, cantieri, fabbriche ed impianti; con il raggiungimento di profitti da utilizzare, in misura opportuna, per le bonifiche.
I candidati in corsa dovrebbero, a questo punto, meditare a lungo prima di affrontare l'argomento della protezione ambientale.
Una cosa potrebbero fare: affrontare il problema dei RSU, impegnandosi nella fatica di controllare la filiera del trattamento dei rifiuti urbani, il raffronto dei costi da comune a comune, e combattere per azzerare il trasporto di questi materiali dentro e fuori la Sardegna.
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti