Cerca nel blog
Società In House: per il consiglio deve restare in piedi
Slitta a domani la discussione sulle tariffe Tares. La seduta all'una di notte è saltata.
Seduta fiume ieri in consiglio comunale per l'approvazione di una delibera che riguarda il futuro della Società In House e dei suoi 64 dipendenti.
L'operatività dell'organismo comunale sarà garantita dalla Regione Sardegna fino al 31 dicembre.![]() |
| Consiglio comunale (archivio) |
Quanto può essere pervasiva e condizionante la vecchia politica
I casi di San Cataldo (Siracusa) e Alghero.
![]() |
| Antonio Budruni |
Il sindaco del comune di San Cataldo (Caltanissetta), si è dimesso a causa delle troppe pressioni dei partiti della sua maggioranza affamati di assessorati. Ha scritto una lettera aperta ai suoi concittadini per denunciare l’invadenza dei partiti della coalizione nel chiedere posti in giunta.
Quali partiti? Il sindaco Raimondi, eletto con un largo consenso popolare nel 2012, li elenca in ordine alfabetico: Pd, Primavera sancataldese, Rifondazione comunista e Sel.
Un convegno per i 50 anni della proposta di riforma Sullo
Interverranno prestigiosi studiosi, urbanisti, storici, geografi e giuristi italiani.
Il Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica assieme al Centro Interuniversitario di Ricerca per l'Analisi del Territorio organizza il Convegno “A cinquant'anni dalla proposta di riforma Sullo. Politiche del territorio e regimi di pianificazione”.
Il Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica assieme al Centro Interuniversitario di Ricerca per l'Analisi del Territorio organizza il Convegno “A cinquant'anni dalla proposta di riforma Sullo. Politiche del territorio e regimi di pianificazione”.
L'appuntamento è il 19 e 20 settembre 2013 ad Alghero, presso la sede dell'ex asilo Sella.
Porto Conte come Castiadas
Il Comitato per la nascita del nuovo Comune si rivolge alla Regione.
![]() |
| Tonina Desogos |
Il Comitato Rinascita della Bonifica ha contattato gli uffici comunali e il sindaco di Castiadas, Quintino Sollai, in merito a molte questioni che sono affini alla situazione algherese.
Il paesino del cagliaritano, di 1600 anime, sorge in una zona di bonifica con borgate e case sparse. Questione di stile
Prematuro per il sindaco di Alghero indossare il frac.
| Carlo Mannoni |
Alla chiusura del terzo ed ultimo atto di una di quelle vere e proprie rappresentazioni di arte lirica sublime che sono i tramonti ad Alghero, non si ode mai l'applauso solo perché non ci sono cantanti o direttori d'orchestra a richiederlo.
La Natura, si sa, è assai modesta e rifugge dai clamori e dagli attestati. Quando può, questo si, ci regala il bis, e noi tutti sappiamo che, se l'uomo non ci si mette di mezzo, certamente non fallirà.
Sgombero Rom: vertice in prefettura
Lavori in corso per sanare l'emergenza sociale ed ecologica dell'Arenosu.
In queste ore si sta decidendo l’azione congiunta tra istituzioni e forze dell’ordine per la delicata situazione del campo nomadi.
Si è svolta oggi a Sassari la riunione con il Prefetto Salvatore Mulas per un confronto al termine del quale si è deciso che nelle prossime giornate verrà formalizzata la decisione concordata.
![]() |
| Campo Rom |
Si è svolta oggi a Sassari la riunione con il Prefetto Salvatore Mulas per un confronto al termine del quale si è deciso che nelle prossime giornate verrà formalizzata la decisione concordata.
Una nuova vita per le alghe
Convegno a Quarté Sayal sulla gestione della Posidonia.
Domani, martedì 17 settembre, con inizio alle ore 9,00 presso la sala congressi di Quarté Sayal si terrà un convegno sulla gestione sostenibile della Posidonia.
Randagi trasferiti in massa: esposto in Procura
Sparito un cane: L'associazione Fuori di Zampa vuole vederci chiaro.
![]() |
| Rifugio City Dog di Sassari |
Un cane sparito e altri 50 chiusi in cella con scarse possibilità di adozione.
Ombre sul trasferimento dei randagi di Sorso al City Dog di Sassari.
Manca l'acqua tra capo Caccia e Tramariglio
Abbanoa deve intervenire nelle condotte.
Martedì prossimo, 17 settembre, Abbanoa interverrà con manutenzioni ordinarie negli impianti di sollevamento idrico e fognario di Alghero.
San Miquel, va in scena la festa dell'identità
Presentato il programma degli eventi di fine settembre.
![]() |
| Conferenza stampa in municipio (foto di Andrea Manca) |
Un programma ampio e articolato quello che l’amministrazione comunale con l’assessorato alla Cultura e la Fondazione Meta hanno messo a punto per i festeggiamenti di San Michele: momenti di incontro tra fede e folklore, identità e tradizione popolare, in diversi giorni ricchi di musica, cultura, teatro e sport.
Pietre in giardino: ma è cocaina
Disoccupato arrestato per spaccio.
Arrestato a Ittiri un disoccupato di 48 anni per detenzione di droga ai fini di spaccio. I carabinieri della compagnia di Alghero hanno rinvenuto, con l’ausilio delle unità cinofile, un barattolo contente trenta grammi di cocaina in pietra, nascosti nel giardino di casa dell’uomo.
«Cappellacci spieghi questo gran pasticcio»
Continuità territoriale, interviene il vice presidente del consiglio regionale.
![]() |
| Mario Bruno |
«Il presidente della Regione nonché assessore ad interim dei Trasporti Ugo Cappellacci venga a spiegare al Consiglio regionale il gran pasticcio della continuità territoriale».
Lo chiede il vicepresidente dell’aula Mario Bruno, del Partito democratico, che annuncia anche la presentazione di una mozione sull’argomento nei prossimi giorni.
Lo chiede il vicepresidente dell’aula Mario Bruno, del Partito democratico, che annuncia anche la presentazione di una mozione sull’argomento nei prossimi giorni.
Quattrocento in girotondo per l'indipendenza catalana
Alghero celebra la Diada National.
![]() |
| Diada 2013 (foto di Andrea Manca) |
Esito eccezionale della catena umana mercoledì si è svolta in città in occasione della Diada Nacional e che ha visto circa 400 partecipanti che hanno occupato l’intero spazio prospiciente Piazza Porta Terra e il monumento alla Unitat de la Llengua che si è dimostrato insufficiente per contenere i numerosi partecipanti.
![]() |
| (foto di Andrea Manca) |
Un gran cerchio, un abbraccio simbolico che ha unito Alghero, con in testa il sindaco Stefano Lubrano, e la Catalogna, rappresentata dal direttore de l’Espai Llull, ufficio di rappresentanza de la Generalitàt, ad Alghero, Joan Adell, passando per un centinaio di catalani, i rappresentanti dei movimenti indipendentisti Sardinia Natzione, I.R.S., Progress e del Psd’Az, giocatori e dirigenti dell’Amatori Rugby di Alghero, i cantanti Franca Masu, Claudio Sanna e Giancarlo Sanna e centinaia di algheresi.
«Una gran festa, una partecipazione emozionante e di grande entusiasmo che ha unito Alghero, la Sardegna e la Catalogna con un gesto di solidarietà culturale, sociale e politica fra due nazioni senza stato che rivendicano da tempo il sacrosanto diritto all’autodeterminazione», hanno commentato dall'associazione Omnium Cultural de l'Alguer che ha organizzato l'iniziativa.
«Una gran festa, una partecipazione emozionante e di grande entusiasmo che ha unito Alghero, la Sardegna e la Catalogna con un gesto di solidarietà culturale, sociale e politica fra due nazioni senza stato che rivendicano da tempo il sacrosanto diritto all’autodeterminazione», hanno commentato dall'associazione Omnium Cultural de l'Alguer che ha organizzato l'iniziativa.
Fertilia rinnova il Comitato
Cercasi candidature in vista del voto di fine settembre.
![]() |
| Fertilia (portici) |
Fertilia rinnova il Comitato di Quartiere.
Come da Statuto, alla sua naturale scadenza biennale, gli abitanti di Fertilia, Arenosu, sono chiamati a rinnovare il Consiglio del Comitato di Quartiere, tramite pubbliche elezioni.In dirittura d'arrivo il corso per insegnare italiano agli stranieri
Parte la collaborazione con l'Università di Siena.
Sta per concludersi, presso la sede dell’Unisstral (Scuola di Lingua e Cultura Italiana per Stranieri) di Alghero, la prima edizione del Corso di preparazione per la Certificazione DITALS (Certificazione di competenza in didattica dell'italiano a stranieri) di I livello.
Il ciclo di lezioni rappresenta l’inaugurazione della collaborazione tra l’Unisstral (amministrata dall’Università degli Studi di Sassari attraverso il Dipartimento di Studi Umanistici e Sociali) e l’Università per gli Stranieri di Siena nell’ambito della formazione dei docenti di italiano come lingua straniera.
Verso nuovi modelli di continuità territoriale
Non è lontano il tempo in cui muoversi sarà considerato un bene sociale, esattamente come la sanità e la scuola pubblica.
![]() |
| Tonio Mura |
Precisiamo innanzitutto cosa s’intende per continuità territoriale.
Lo si fa perché è sulle definizioni che spesso ci si confonde. È un diritto? Purtroppo ancora non lo è! È una garanzia? Si, attualmente è una garanzia. È sufficiente che sia una garanzia e non un diritto?
Alghero perde la storica tratta per Francoforte
| Aereo Ryanair |
L’effetto domino continua inesorabile sull’aeroporto Riviera del Corallo.
Ancora una volta il grido d'allarme arriva dal segretario della Filt Cgil Arnaldo Boeddu:
Ancora una volta il grido d'allarme arriva dal segretario della Filt Cgil Arnaldo Boeddu:
Sulle politiche linguistiche ad Alghero
Perché ad Alghero, dopo 60 anni di "renaixencia" nessuno ha ancora avuto l'idea che ad Ollolai hanno maturato in una settimana?
Ma una lingua per definizione scientifica non è uno standard insegnato a scuola ma un sistema di comunicazione convenzionale orale, che può essere scritto o meno.
Vediamo ora a sommi capi la realtà (socio)linguistica algherese:
a) abbiamo una lingua storica orale (l'uso scritto si è interrotto agli inizi dell'ottocento) in situazione di dilalia (e non certo di diglossia, come è di moda sproloquiare di questi tempi) parlata da circa 2000 persone tra cui alcuni minori, ciò significa che tecnicamente la trasmissione intergenerazionale non è terminata;
b) Abbiamo diversi tentativi di normativizzazione della variante orale; l'ultimo (Scala 2003), quello più condiviso, approvato dall'IEC ma non esente da critiche, è stato pensato apposta per l'insegnamento;
c) non abbiamo l'insegnamento istituzionalizzato, quindi anche i dati relativi ai risultati dell'utilizzo dello standard di cui sopra son purtroppo molto scarsi.
Ora, secondo il ragionamento di Balata, siccome abbiamo uno standard che però non viene insegnato a scuola non dovremmo avere la possibilità di continuare la lingua. Che però, guarda caso, continua ad essere parlata e sporadicamente trasmessa ai figli senza la scuola e tantomeno uno standard scritto.
L'idea che una lingua non può esistere senza una scrittura è un'idea dura a morire nella "linguistica popolare" (folklinguistic) e nelle politiche di tutela delle lingue minoritarie che ad essa (di solito nei fatti più che nelle dichiarazioni programmatiche) si ispirano.
Seguendo questa convinzione, di cui l'assioma in questione è la prova della vitalità, perlomeno ad Alghero, per anni si è bisticciato su come è meglio scrivere l'algherese per poi dopo poterlo insegnare nella scuola (senza che ancora ci si sia arrivati) e si son persi e si stanno perdendo anni preziosissimi in cui si sarebbe potuta rivitalizzare la variante storica parlata in città dandogli valore ufficiale e promuovendo e incentivando l'uso sociale e la trasmissione intergenerazionale. Invece da noi i "normalizzatori", gli operatori linguistici e gli "intellettuali" sembrano dei medici che di fronte ad una gamba rotta si azzuffano per decidere come fare al meglio la fisioterapia prima però di aver applicato un gesso.
Nel resto della Sardegna invece perlomeno ci provano, e il fatto che Riccardo Laconi abbia usato il sardo che parla a casa per parlare di bioedilizia è la confutazione in carne e ossa e voce di chi continua a sostenere che una variante orale "così com'è" (leggi: senza scrittura standard) non è adatta ad esprimere concetti "alti" ma solo a parlare di pecore e, nel caso dell'algherese, di pesci. Portando avanti di fatto, magari all'interno stesso dell' ambito della "promozione/difesa della lingua", i classici stereotipi e valutazioni negative che hanno accompagnato la triste storia delle lingue minoritarie/minorizzate.
E una domanda sorge spontanea: perché ad Alghero, dopo 60 anni di "renaixencia" nessuno ha ancora avuto l'idea che ad Ollolai hanno maturato in una settimana? Perché manca un censimento e un riconoscimento dell'importanza dei parlanti naturali, soprattutto minori, base imprescindibile per qualsiasi discorso di tutela/rivitalizzazione?
La risposta è semplice e drammatica: dal momento della "riscoperta" di fine ottocento fino ai giorni nostri l'algherese parlato non piace ai puristi, algheresi o catalani che siano (ma di più ai primi, 'catalanisti' e in odio verso il sardo "corruttore" (sic!) della purezza primigenia del catalano di Alghero, afflitti da un senso provinciale di "vergogna" e inferiorità di cui parleremo sotto): il problema è tutto qui.
![]() |
| Giovanni Fiori |
Un paio di mesi fa, in concomitanza col periodo degli esami scolastici, sono apparse sui quotidiani e sui social network due notizie, una bella e una brutta, che hanno fatto scalpore: la bella (e prima in ordine di tempo) è che un ragazzo di Cagliari, Riccardo Laconi, ha sostenuto l'esame di terza media in "sadru" (sardu) ottenendo un ottimo risultato sia didatticamente che, soprattutto, mediaticamente.
La brutta è che una ragazza ogliastrina ha cercato di fare la stessa cosa di Riccardo ma la presidente di commissione, "continentale", le ha negato questa possibilità adducendo problemi (sicuramente reali ma superabilissimi) di comprensione del sardo.
Ispirata da queste due vicende complementari pochi giorni dopo una associazione culturale di Ollolai ha istituito un premio per i bambini che parlano in sardo, cioè per i parlanti naturali della varietà locale in età scolare.
Ollolai su menzus. (Ollolai regna).
Nasce spontaneo, almeno per me, fare un paragone con la situazione algherese e con le "politiche linguistiche" portate avanti in città ormai da cinquant'anni.
Parto da un assioma trovato nel blog di Gavino Balata (al quale faccio i complimenti per il suo algherese parlato in via di miglioramento:
Ispirata da queste due vicende complementari pochi giorni dopo una associazione culturale di Ollolai ha istituito un premio per i bambini che parlano in sardo, cioè per i parlanti naturali della varietà locale in età scolare.
Ollolai su menzus. (Ollolai regna).
Nasce spontaneo, almeno per me, fare un paragone con la situazione algherese e con le "politiche linguistiche" portate avanti in città ormai da cinquant'anni.
Parto da un assioma trovato nel blog di Gavino Balata (al quale faccio i complimenti per il suo algherese parlato in via di miglioramento:
"lo que és menester al diure" ho imparato fin da piccolo) "Paella i margallo', experiment de contaminaciò català alguerés", nell'articolo "La llengua del bressol",
assioma che ben rappresenta l'episteme imperante ad Alghero nelle questioni linguistiche.
Nell'articolo, scritto in inglese, tra le altre cose Balata pronuncia questa sentenza:
Nell'articolo, scritto in inglese, tra le altre cose Balata pronuncia questa sentenza:
"no standard, no school, no alguerés".Vediamo di soffermarci su questa triplice equivalenza. L'idea stessa di scuola, per avere senso, ha bisogno di un oggetto di insegnamento, cioè di una materia, e di una qualche forma di comunicazione, che è il mezzo di insegnamento; secondo il ragionamento di Balata se senza standard non ci può essere scuola allora è vero anche che lo standard è o l'oggetto o il mezzo dell'insegnamento nella scuola o entrambe le cose. Il terzo elemento dell'assioma definisce a rigor di logica la lingua come uno standard che viene insegnato o utilizzato a scuola.
Ma una lingua per definizione scientifica non è uno standard insegnato a scuola ma un sistema di comunicazione convenzionale orale, che può essere scritto o meno.
Vediamo ora a sommi capi la realtà (socio)linguistica algherese:
a) abbiamo una lingua storica orale (l'uso scritto si è interrotto agli inizi dell'ottocento) in situazione di dilalia (e non certo di diglossia, come è di moda sproloquiare di questi tempi) parlata da circa 2000 persone tra cui alcuni minori, ciò significa che tecnicamente la trasmissione intergenerazionale non è terminata;
b) Abbiamo diversi tentativi di normativizzazione della variante orale; l'ultimo (Scala 2003), quello più condiviso, approvato dall'IEC ma non esente da critiche, è stato pensato apposta per l'insegnamento;
c) non abbiamo l'insegnamento istituzionalizzato, quindi anche i dati relativi ai risultati dell'utilizzo dello standard di cui sopra son purtroppo molto scarsi.
Ora, secondo il ragionamento di Balata, siccome abbiamo uno standard che però non viene insegnato a scuola non dovremmo avere la possibilità di continuare la lingua. Che però, guarda caso, continua ad essere parlata e sporadicamente trasmessa ai figli senza la scuola e tantomeno uno standard scritto.
L'idea che una lingua non può esistere senza una scrittura è un'idea dura a morire nella "linguistica popolare" (folklinguistic) e nelle politiche di tutela delle lingue minoritarie che ad essa (di solito nei fatti più che nelle dichiarazioni programmatiche) si ispirano.
Seguendo questa convinzione, di cui l'assioma in questione è la prova della vitalità, perlomeno ad Alghero, per anni si è bisticciato su come è meglio scrivere l'algherese per poi dopo poterlo insegnare nella scuola (senza che ancora ci si sia arrivati) e si son persi e si stanno perdendo anni preziosissimi in cui si sarebbe potuta rivitalizzare la variante storica parlata in città dandogli valore ufficiale e promuovendo e incentivando l'uso sociale e la trasmissione intergenerazionale. Invece da noi i "normalizzatori", gli operatori linguistici e gli "intellettuali" sembrano dei medici che di fronte ad una gamba rotta si azzuffano per decidere come fare al meglio la fisioterapia prima però di aver applicato un gesso.
Nel resto della Sardegna invece perlomeno ci provano, e il fatto che Riccardo Laconi abbia usato il sardo che parla a casa per parlare di bioedilizia è la confutazione in carne e ossa e voce di chi continua a sostenere che una variante orale "così com'è" (leggi: senza scrittura standard) non è adatta ad esprimere concetti "alti" ma solo a parlare di pecore e, nel caso dell'algherese, di pesci. Portando avanti di fatto, magari all'interno stesso dell' ambito della "promozione/difesa della lingua", i classici stereotipi e valutazioni negative che hanno accompagnato la triste storia delle lingue minoritarie/minorizzate.
E una domanda sorge spontanea: perché ad Alghero, dopo 60 anni di "renaixencia" nessuno ha ancora avuto l'idea che ad Ollolai hanno maturato in una settimana? Perché manca un censimento e un riconoscimento dell'importanza dei parlanti naturali, soprattutto minori, base imprescindibile per qualsiasi discorso di tutela/rivitalizzazione?
La risposta è semplice e drammatica: dal momento della "riscoperta" di fine ottocento fino ai giorni nostri l'algherese parlato non piace ai puristi, algheresi o catalani che siano (ma di più ai primi, 'catalanisti' e in odio verso il sardo "corruttore" (sic!) della purezza primigenia del catalano di Alghero, afflitti da un senso provinciale di "vergogna" e inferiorità di cui parleremo sotto): il problema è tutto qui.
Il catalano storico di Alghero, la lingua di Pino Piras e Pasqual Gallo, dei miei e di tanti altri genitori e nonni è tuttora vittima di innumerevoli pregiudizi e valutazioni negative, in parte le stesse che hanno relegato gli idiomi italiani allo stato di dialetti in condizione di dilalia, in parte peculiari dell'algherese e conseguenti al continuo raffronto con lo standard del catalano assurto a modello di prestigio, che ha fatto si che l'algherese sia accettato "con riserva", riserva che può essere sciolta solo con uno standard scritto più vicino possibile a quello catalano.
Cosa ancor più grave e a mio avviso inaccettabile è che molti di questi giudizi negativi vengano dagli "intellettuali" se non addirittura da chi ricopre ruoli istituzionali nella politica di tutela linguistica.
Ed è per questo e in questi termini che propongo di rovesciare l'assioma di Balata:
1) l'oggetto della tutela/rivitalizzazione deve essere la variante orale perché è essa, e non un qualsivoglia standard, l'oggetto naturale della trasmissione intergenerazionale e quindi il mezzo per la sopravvivenza della lingua, perché che piaccia o no prima si impara a parlare poi, nel caso, a leggere e a scrivere; una lingua scritta ma non parlata è per definizione una lingua morta e/o artificiale;
2) La variante orale può essere da subito:
a) usata a livello ufficiale (uffici comunali, esami scolastici);
b) insegnata a scuola.
Un eventuale standard dovrebbe essere una conseguenza e dovrebbe partire dall'esame attento dei dati sulla sperimentazione dell'insegnamento della variante orale.
Ma anche la questione dell'insegnamento scolastico non può essere presa con leggerezza. Mettiamo pure che ci sia una legge che dia il via all'insegnamento: sorgerebbero una miriade di problemi all'atto pratico (perché è relativamente facile parlare di progettazione, molto piú difficile operare nel concreto). Riporto alcune considerazioni di Roberto Bolognesi sull'ipotesi di insegnamento del sardo a scuola, applicabili anche all'algherese.
Ed è per questo e in questi termini che propongo di rovesciare l'assioma di Balata:
1) l'oggetto della tutela/rivitalizzazione deve essere la variante orale perché è essa, e non un qualsivoglia standard, l'oggetto naturale della trasmissione intergenerazionale e quindi il mezzo per la sopravvivenza della lingua, perché che piaccia o no prima si impara a parlare poi, nel caso, a leggere e a scrivere; una lingua scritta ma non parlata è per definizione una lingua morta e/o artificiale;
2) La variante orale può essere da subito:
a) usata a livello ufficiale (uffici comunali, esami scolastici);
b) insegnata a scuola.
Un eventuale standard dovrebbe essere una conseguenza e dovrebbe partire dall'esame attento dei dati sulla sperimentazione dell'insegnamento della variante orale.
Ma anche la questione dell'insegnamento scolastico non può essere presa con leggerezza. Mettiamo pure che ci sia una legge che dia il via all'insegnamento: sorgerebbero una miriade di problemi all'atto pratico (perché è relativamente facile parlare di progettazione, molto piú difficile operare nel concreto). Riporto alcune considerazioni di Roberto Bolognesi sull'ipotesi di insegnamento del sardo a scuola, applicabili anche all'algherese.
Dice il fonologo sul suo blog:
"Una famiglia su quattro ha scelto l’insegnamento del sardo per i suoi ragazzi [quanti ad Alghero lo farebbero?]: è praticamente un miracolo. Ma adesso occorre un altro miracolo: quello che devono compiere gli insegnanti. Dovranno inventarsi il materiale didattico, partendo praticamente da zero. Le grammatiche di consultazione esistenti sono poche e elaborate seguendo criteri didattici decrepiti. Non esistono antologie di letteratura sarda. Non esiste una grammatica contrastiva, per permettere ai ragazzi di distinguere le strutture del sardo da quelle dell’italiano regionale [e del catalano, nel caso dell'algherese]. Non esistono ricerche che stabiliscano quale sia il livello di competenza del sardo dei ragazzi. Naturalmente non esistono neppure ricerche per stabilire quanto l’italiano dei ragazzi sia frammisto al sardo [all'italiano regionale sardo nel caso di Alghero]. Questo significa che gli insegnanti dovranno stabilire da soli, caso per caso, se insegnare il sardo come L1 (eventualmente da correggere) o come L2 (da imparare del tutto o quasi) e, naturalmente, dovranno inventarsi l’approccio più adeguato. Non so quale sia il livello di preparazione degli insegnanti che hanno seguito i corsi FILS organizzati dall’università di Cagliari, anzi sarebbe molto utile se qualcuno che ha seguito i corsi volesse raccontare della sua esperienza.[Per l'algherese non mi risulta ci siano stati dei corsi di formazione degli insegnanti]. So per certo che non hanno seguito corsi di fonologia. Mi chiedo allora come faranno a spiegare ai ragazzi il rapporto fra il sardo scritto e le varie pronunce locali, visto che è impensabile che si adottino altre pronunce [neretto mio: ad Alghero si stravolgono anche la morfologia e la sintassi]. I nostri poveri insegnanti dovranno improvvisare praticamente tutto."Non sono contrario a priori all'elaborazione di uno standard, ma mentre (quasi) tutti lo vedono come la condicio sine qua non dell'esistenza e sopravvivenza di una lingua, per me è uno strumento utilissimo per una lingua vitale, assolutamente secondario per una lingua in via di estinzione come l'algherese che ha bisogno di interventi ben diversi e smaliziati e moderni delle grammatichette ottocentesche e dei maestri pedanti che insegnano a mettere bene gli accenti.
Ma manca soprattutto il riconoscimento del valore intrinseco e assoluto, "senza se e senza ma" del dialetto algherese così come si è evoluto naturalmente, cioè come ce lo hanno tramandato i nostri genitori e nonni. Che lo hanno fatto nei modi e nelle forme migliori possibili, checché ne dicano i modaioli d'ogni epoca e provenienza.
Giovanni Fiori è studente di glottologia all'Università di Cagliari, parlante naturale di algherese
Giovanni Fiori è studente di glottologia all'Università di Cagliari, parlante naturale di algherese
Architettura senza aule: il Rettore sollecita il sindaco
Mastino manda un telegramma a Lubrano per ricordare gli impegni assunti con l'Università.
![]() |
| Mastino e Lubrano firmano l'intesa |
«Il Comune di Alghero consegni al Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica almeno tre aule nei locali dell’ex Ospedale Santa Chiara entro il 15 settembre».
Altri in
Recenti in
Recenti in

















