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La sconfitta di Renzi
«Eroe della rottamazione italiana e “spaccone” della Leopolda, frana rumorosamente ad appena un anno dalla conquista del Governo».
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Antonio Budruni |
«Spulciando dalla rassegna stampa online del 1° giugno. F. Martini, La Stampa: Pd: il ritorno alla normalità dopo il boom europeo; A. Polito, Corriere della Sera: “De Luca ha salvato Renzi dalla disfatta. I candidati più vicini al premier sono andati molto male”; A. Rizzo, Corriere della Sera: “Il Pd punito ma non in Campania”; A. Gentili, Il Messaggero: “Regionali, Renzi fa i conti con la prima battuta d'arresto. Il Pd verso la resa dei conti”; S. Folli, La Repubblica: “Pd, così le roccaforti diventano forche caudine. In Liguria la più grave battuta d’arresto politica per Matteo Renzi. Ma anche in altre Regione la magia del rottamatore sembra appannata”.
Burruni mondiale
Uno dei più grandi eventi sportivi nella storia del pugilato.
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Antonio Budruni |
La mattina del 23 aprile, giorno fissato per il grande incontro valevole per la corona mondiale dei pesi mosca, a Roma il tempo appare un po’ pazzerello. L’appuntamento per le operazioni di peso è stato fissato al teatro Ambra Jovinelli alle ore 9,00.
Campione del Mondo
Nell’aprile del 1965, Tore Burruni conquista il titolo iridato dei pesi mosca. Tra un mese, il cinquantesimo anniversario. La città lo ricorderà?.
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Antonio Budruni |
Il 23 aprile 1965, al Palazzetto dello Sport di Roma, il campione europeo dei pesi mosca, Salvatore Burruni, sfida il detentore del titolo mondiale, Pone Kingpetch. Dopo un inseguimento durato 4 anni, il campione algherese ha finalmente la possibilità di dimostrare al mondo intero il suo valore.
E lo dimostra tutto, fino in fondo, vincendo ai punti il titolo iridato.
Uscire dal tunnel dell’odio e della violenza
Riscoprire la solidarietà, la compassione il perdono non è un auspicio o un invito al “volemose bene”, ma l’unica strada percorribile per la convivenza civile tra esseri umani.
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Antonio Budruni |
La mattina esci di casa infreddolito e tossicchiante per iniziare la tua giornata di lavoro con, in testa, i problemi e le questioni da affrontare in ciascuna classe: prima C, terza enogastronomia A, seconda C.
Devi ricordarti di illustrare ai ragazzi della seconda C il tema del concorso sulla prima guerra mondiale vista da Alghero e, nelle altre classi, devi completare le verifiche di recupero di coloro che hanno avuto l’insufficienza nel primo quadrimestre.
Lavori intensamente, come ogni giorno, come tutti i giorni di tutti i mesi e di tutti gli anni della tua ormai lunga carriera di professore di diritto ed economica nelle scuole superiori.
La soluzione della questione Rom e il ruolo delle opposizioni nella “giornnata della memoria”
Nel giorno della memoria, ad Alghero si fanno notare gli smemorati.
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Antonio Budruni |
Ci sono delle cose, degli atti concreti, delle scelte politiche che ti spiazzano. Una di queste è l’eliminazione del campo Rom dell’Arenosu e la sistemazione delle famiglie, ormai algheresi, in abitazioni vere, non più precarie: l’avvio di un processo di inclusione.
L’Alberghiero di Alghero. Una scuola di eccellenza
In Sardegna, insomma, l’eccellenza c’è!
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Antonio Budruni |
In Sardegna, una regione isolata circondata dal mare, si riteneva che il male venisse sempre dall'esterno, dal mare. Oggi, invece, succede solitamente il contrario: tutto ciò che è esterno è bello, valido, importante. Questo modo di essere e di pensare è catalogato solitamente alla voce “provincialismo”.
Italia. Prove tecniche di dittatura
Disoccupazione e malgoverno. Per fortuna, non c’è ancora l’aspirante dittatore.
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Antonio Budruni |
Nei giorni scorsi, uno dei decani del giornalismo italiano, Piero Ottone, pubblicava un articolo sul “Venerdì di Repubblica” con un titolo inquietante: “La nostra fortuna è che per ora manca un dittatore”. Argomentando, con un evidente distacco, che in Italia ci sarebbero tutte le condizioni sociali e politiche per l’avvento di una nuova dittatura, a cominciare da due, decisive: la disoccupazione e il malgoverno, ma, per fortuna, non c’è ancora l’aspirante dittatore.
L’incultura al potere
Il caso della via dedicata a Cambous.
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Antonio Budruni |
A molti sarà capitato, percorrendo la via Vittorio Emanuele in direzione del centro cittadino, di leggere un’indicazione viaria piuttosto curiosa: via Cambous. Molti si saranno chiesti: “Chi è costui?” Già, chi è costui? In realtà, non si tratta di una persona, ma di un insediamento preistorico nei pressi della località francese Viols-en-Laval, nella regione dell’Hérault, a nord di Montpellier.
Il Pd di Renzi in guerra contro i lavoratori
Penso che chi fa di questi calcoli sarà spazzato via dalla reazione popolare e dalla storia.
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Antonio Budruni |
Nel maggio del 1970, il Parlamento italiano approva la legge 300, universalmente nota come Statuto dei lavoratori. Una legge di civiltà mirata a garantire la libertà e la dignità dei lavoratori, la libertà e l’agibilità dei sindacati nei luoghi di lavoro, regole certe per le assunzioni. La legge, però, aveva valore solo nelle aziende con 15 dipendenti (5, in agricoltura) per non penalizzare, si disse allora, le piccole e piccolissime imprese.
E se su alcune questioni importanti tutte le forze politiche fossero d’accordo?
L’avvio di una grande opera, rieducare cittadini e ospiti della città verso la tutela del bene comune.
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Antonio Budruni |
Vediamo se, almeno su alcune cose di grande rilievo e di breve-medio termine, riusciamo a trovare unità d’intenti. No, non è un appello alla sinistra o al centrosinistra, è un appello alla città, alle sue componenti più responsabili, più mature e più colte.
Andare a votare l’8 giugno?
Tutto sembra spingere verso l’astensione.
A pochi giorni dal voto per il ballottaggio è necessario cercare di capire cosa è successo in città e cosa potrà succedere dopo il voto.
Non si tratta di cose difficili da capire: tutti coloro che hanno a cuore la propria città e i propri destini di cittadini sanno benissimo cosa è successo e perché. Tuttavia è importante ricordare, per avere le idee più chiare al momento del voto e per avere consapevolezza della responsabilità che ciascuno di noi assumerà votando domenica 8 giugno.
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Antonio Budruni |
Non si tratta di cose difficili da capire: tutti coloro che hanno a cuore la propria città e i propri destini di cittadini sanno benissimo cosa è successo e perché. Tuttavia è importante ricordare, per avere le idee più chiare al momento del voto e per avere consapevolezza della responsabilità che ciascuno di noi assumerà votando domenica 8 giugno.
Confermata la frantumazione degli schieramenti
L’assenza ad Alghero di un gruppo dirigente degno di questo nome ha rappresentato l’anello debole dell’intera coalizione di centrosinistra.
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Antonio Budruni |
Il 15 aprile, su questo giornale, proponevo una prima analisi sulla situazione politica locale, a 11 giorni dalla data prevista per la presentazione delle liste. Qui, scrivevo:
Partiamo dal centro-destra. Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Fratelli d’Italia e Psd’az hanno raggiunto l’accordo all’ultimo minuto sul nome del candidato a sindaco Maria Grazia Salaris (NCD).
Il centro si è sparpagliato: l’UDC, con Mario Bruno; i Riformatori sardi, invece, non sono neppure riusciti a presentare la lista.
Nel centrosinistra è successo di tutto. Il Pd presenta una sola lista con candidato a sindaco Enrico Daga; un’altra parte del Pd, quella che ha in Mario Bruno il proprio leader, presenta due liste civiche: Per Alghero con Mario Bruno, nella quale sono candidati i “fedelissimi” (Cacciotto e Esposito) fianco a fianco con i nemici di ieri (Matteo Tedde e Gavino Tanchis) e la lista Sinistra Civica Alghero in comune, nella quale figurano altri ex consiglieri comunali (Lampis e Moro). Alleati nella coalizione che candida a sindaco Mario Bruno, la lista UPC, di centrosinistra, e quella dell’UDC, di centro-destra.
A sinistra, SEL presenta una lista a sostegno della candidata a sindaco Fiorella Tillocca, nella quale figurano alcuni elementi di spicco (Valdo di Nolfo, ex Alguerosa, Maria Graziella Serra, C’è un’Alghero Migliore, e Gianni Piredda, Italia dei valori).
Fuori dagli schieramento tradizionali, le liste del Movimento 5 stelle e di Stefano Lubrano (Patto civico Lubrano sindaco, nella quale non figurano consiglieri comunali uscenti).
Siamo di fronte, dunque, ad una destrutturazione abbastanza evidente degli schieramenti politici così come li abbiamo conosciuti nel recente passato. E siamo di fronte, con tutta evidenza per il centrosinistra, ad una abdicazioni a valori e principi fino a ieri ritenuti addirittura irrinunciabili da certi puristi della politica locale, oggi allegramente abbracciati con l’Udc, partito che fino a ieri governava in città con Marco Tedde, che approvava in regione il PPS di Cappellacci, sostenendone tutta la politica di destra a antipopolare che ha caratterizzato la precedente esperienza di governo della regione Sardegna.
Nella stessa area di centrosinistra, emerge l’isolamento del Pd locale. Dopo innumerevoli “giri di valzer” con tutte le forze politiche cittadine di centrosinistra e di centro-destra, con un approccio politico totalmente avulso da qualsiasi valore condiviso dalle stesse forze politiche che si alternavano al tavolo degli incontri, il Pd è rimasto solo. Da tempo era evidente questo epilogo. Il Pd, da diversi anni a questa parte non è più un partito di sinistra e non è più un partito inteso come un’organizzazione di cittadini che si battono per il bene comune. È diventato un sorta di club all’interno del quale alcuni leader locali si scontrano per affermare il proprio potere personale. Il disastro attuale è la diretta conseguenza di questa guerra intestina e, di fatto, dell’inesistenza di una leadership condivisa.
Il raffronto con Sassari, per il centrosinistra, è davvero impietoso. Lì, il candidato a sindaco di un’amplissima coalizione di centrosinistra allargata alle forze indipendentiste e sovraniste, è emerso dalle primarie del Pd – all’interno del quale è scoppiata una polemica piuttosto aspra sui risultati del voto, subito rientrata – e nonostante vi siano anche a Sassari correnti e componenti piuttosto nette, nessuno si è mai sognato di aprire ai centristi, di andare alla ricerca di aggregazioni con gli avversari politici della destra.
“Il centro-destra non farà la competizione elettorale compatto. I Riformatori sardi, infatti, hanno annunciato la loro corsa autonoma, insieme alla lista Unidos di Mauro Pili; l’Udc, potrebbe rendere pubblica la propria scelta di allearsi col centrosinistra; mentre con Forza Italia si schiererebbero il Nuovo Centro Destro di Salaris e Muroni e, forse, Fratelli d’Italia e una parte del Psd’az.Adesso, siamo in grado di valutare se quella prima analisi era corretta o se, invece, era approssimativa, superficiale o, addirittura, completamente errata.
Nel centrosinistra, la situazione appare ancora abbastanza ingarbugliata. Il Pd, dopo una serie di colpi di scena e di candidature annunciate e ritirare, ha ufficializzato quella di Mario Bruno. La coalizione, però, non l’ha fatta propria e, nello stesso Pd sembra si stiano cercando nomi nuovi e alternativi a quello dell’ex consigliere regionale.
L’unica cosa certa, quindi, in queste elezioni amministrative locali sarà la frantumazione delle vecchie coalizioni e il riposizionamento di alcune componenti in aree difformi da quelle tradizionali. Ciò appare particolarmente vero per le forze di centro che sembrerebbero volersi staccare dall’abbraccio con F.I per percorrere nuove vie, almeno al primo turno. Poi, al ballottaggio, si vedrà.”
Partiamo dal centro-destra. Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Fratelli d’Italia e Psd’az hanno raggiunto l’accordo all’ultimo minuto sul nome del candidato a sindaco Maria Grazia Salaris (NCD).
Il centro si è sparpagliato: l’UDC, con Mario Bruno; i Riformatori sardi, invece, non sono neppure riusciti a presentare la lista.
Nel centrosinistra è successo di tutto. Il Pd presenta una sola lista con candidato a sindaco Enrico Daga; un’altra parte del Pd, quella che ha in Mario Bruno il proprio leader, presenta due liste civiche: Per Alghero con Mario Bruno, nella quale sono candidati i “fedelissimi” (Cacciotto e Esposito) fianco a fianco con i nemici di ieri (Matteo Tedde e Gavino Tanchis) e la lista Sinistra Civica Alghero in comune, nella quale figurano altri ex consiglieri comunali (Lampis e Moro). Alleati nella coalizione che candida a sindaco Mario Bruno, la lista UPC, di centrosinistra, e quella dell’UDC, di centro-destra.
A sinistra, SEL presenta una lista a sostegno della candidata a sindaco Fiorella Tillocca, nella quale figurano alcuni elementi di spicco (Valdo di Nolfo, ex Alguerosa, Maria Graziella Serra, C’è un’Alghero Migliore, e Gianni Piredda, Italia dei valori).
Fuori dagli schieramento tradizionali, le liste del Movimento 5 stelle e di Stefano Lubrano (Patto civico Lubrano sindaco, nella quale non figurano consiglieri comunali uscenti).
Siamo di fronte, dunque, ad una destrutturazione abbastanza evidente degli schieramenti politici così come li abbiamo conosciuti nel recente passato. E siamo di fronte, con tutta evidenza per il centrosinistra, ad una abdicazioni a valori e principi fino a ieri ritenuti addirittura irrinunciabili da certi puristi della politica locale, oggi allegramente abbracciati con l’Udc, partito che fino a ieri governava in città con Marco Tedde, che approvava in regione il PPS di Cappellacci, sostenendone tutta la politica di destra a antipopolare che ha caratterizzato la precedente esperienza di governo della regione Sardegna.
Nella stessa area di centrosinistra, emerge l’isolamento del Pd locale. Dopo innumerevoli “giri di valzer” con tutte le forze politiche cittadine di centrosinistra e di centro-destra, con un approccio politico totalmente avulso da qualsiasi valore condiviso dalle stesse forze politiche che si alternavano al tavolo degli incontri, il Pd è rimasto solo. Da tempo era evidente questo epilogo. Il Pd, da diversi anni a questa parte non è più un partito di sinistra e non è più un partito inteso come un’organizzazione di cittadini che si battono per il bene comune. È diventato un sorta di club all’interno del quale alcuni leader locali si scontrano per affermare il proprio potere personale. Il disastro attuale è la diretta conseguenza di questa guerra intestina e, di fatto, dell’inesistenza di una leadership condivisa.
Il raffronto con Sassari, per il centrosinistra, è davvero impietoso. Lì, il candidato a sindaco di un’amplissima coalizione di centrosinistra allargata alle forze indipendentiste e sovraniste, è emerso dalle primarie del Pd – all’interno del quale è scoppiata una polemica piuttosto aspra sui risultati del voto, subito rientrata – e nonostante vi siano anche a Sassari correnti e componenti piuttosto nette, nessuno si è mai sognato di aprire ai centristi, di andare alla ricerca di aggregazioni con gli avversari politici della destra.
Insomma, l’assenza ad Alghero di un gruppo dirigente degno di questo nome ha rappresentato l’anello debole dell’intera coalizione di centrosinistra che, di fronte all’ondeggiare del partito leader, ha sbandato paurosamente e si è frantumata.
Da qui bisognerà ripartire per costruire, su nuove basi e con nuovi leader, il centrosinistra algherese. C’è solo una strada praticabile, per riuscirci: lavorare con i cittadini; creare le condizioni politiche in seno alla popolazione per cambiare radicalmente lo schieramento del centrosinistra.
Da qui bisognerà ripartire per costruire, su nuove basi e con nuovi leader, il centrosinistra algherese. C’è solo una strada praticabile, per riuscirci: lavorare con i cittadini; creare le condizioni politiche in seno alla popolazione per cambiare radicalmente lo schieramento del centrosinistra.
In questa nuova fase serviranno molta generosità, disponibilità e apertura. Ci sarà bisogno di donne e uomini non compromessi con le guerre intestine, con le lotte di potere e con gli intrighi che hanno caratterizzato gli ultimi anni del centrosinistra algherese.
La destra italiana è sempre reazionaria e fascista
Berlusconi e il suo partito contro la legge e l’uguaglianza.
Su “La Repubblica” di ieri (22 agosto) c’è un intelligentissimo articolo di Francesco Merlo sul nuovo dizionario della destra.
L’incipit è il seguente:
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Antonio Budruni
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L’incipit è il seguente:
“L’uso astuto e disonesto della lingua è il primo atto di ogni guerra. Dunque Berlusconi, che ha commesso il delitto, chiama ‘pacificazione’ l’abolizione del castigo che è la guerra del delitto al diritto, l’esatto contrario della pace. E il voto del Parlamento, che è la massima espressione civile della democrazia, per Cicchitto è un ‘tribunale speciale’ che, secondo Quagliarello, si trasforma esso stesso in ‘plotone d’esecuzione’. Attenzione, però, questa non è una guerra di parole ma sono parole di guerra.”
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